La donna in festa

Femmine in branchi, allo stato brado per tutto il centro storico, e neanche l’ombra di un maschio.

Ragazze alle prese con il primo paio di scarpe dal tacco alto, (un paio di decolleté rosso fiammante a cui una ha dimenticato di toglier l’etichetta, sotto la suola, subito dietro il tacco a spillo).

E poi donne mature con scarpe sportive, crocchi da bar o da ristorante, e vocianti gruppetti da strip maschile (già penso all’addio al nubilato di Barbara, e ricordo quello che fu imbarazzante di Monica, con due spogliarettisti s-vestiti da tuareg).

Dopo cena, rimaniamo in tre a passeggiare per la via ora più tranquilla, e sotto casa di Silvia arriva la novità. Barbara ci vuole come testimoni alle sue nozze. Ripenso alla canzone di Madeleine Peyroux che abbiamo sentito poco prima al ristorante, e concludo che d’ora in poi associerò per sempre la melodia di Dance me to the end of love alla gioia provata per la scelta. (Però leggete anche questo bel post di Montgolfier che fa onore, tra le altre cose, alla poesia del testo di Leonard Cohen)

Rientro a casa all’una e mezza e cerco di condividere con qualcuno la mia emozione un po’ ingenua, ma nemmeno i piedi freddi poggiati a tradimento su una coscia risvegliano il comatoso.

Domenica, gironzolando in libreria, trovo il regalo adatto per Barbara. Un’edizione cartonata delle poesie d’amore di Hickmet illustrate con fotografie di Doisneau. Stavo pensando, ora, per la dedica, di riadattare quel brano che narra del più bello dei giorni, non ancora vissuto:

Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto.

….. e ‘mo, come si fa a trovare due tuareg per l’addio al nubilato?

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4 commenti su “La donna in festa

  1. La sera dell’otto marzo, vado al Sushi takeaway perchè siccome è l’otto marzo NON cucina lei (e gli altri non vogliono che cucini io perchè sono un cane a cucinare)

    C’è da aspettare un’ORA. UN ORA!

    Tutti avevano pensato la stessa cosa.

    Vabbè… sorrido a due tipe sul maturo, una s’è tappata con le calze nere proprio da dragueresse … basta, vado dal cinese, che costa anche meno … 🙂

  2. .. perchè “meno male”? Questo 8 marzo è stato bellissimo, e quelli passati, carichi di brutti ricordi, sono ormai lontani e sbiaditi..

    Forse, il trucco è trattarlo come qualsiasi altro giorno dell’anno..

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